Assicurazioni sulla vita: meglio di quanto si creda

Quanto c’è di vero nelle critiche alle assicurazioni sulla vita? E cosa bisogna tenere presente in una polizza del genere? Comparis fa chiarezza.

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Lara Surber

19.02.2021

Assicurazioni sulla vita: un’analisi dei falsi miti

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Inutili, care, poco trasparenti: quando si parla di assicurazioni sulle vita sono tanti i pregiudizi e i falsi miti. Comparis ha analizzato le critiche più diffuse e spiega gli aspetti più importanti da tenere presenti quando si stipula una polizza del genere.

Le assicurazioni sulla vita rientrano nella previdenza privata e si possono quindi anche utilizzare per investire nel pilastro 3a e 3b del sistema previdenziale svizzero. La tipica soluzione per il pilastro 3a offerta da una banca è un semplice strumento di risparmio. Un’assicurazione sulla vita, invece, offre anche una protezione finanziaria all’assicurato o ai suoi familiari al verificarsi di determinati rischi.

Le assicurazioni sulla vita vengono spesso considerate costose, poco flessibili o addirittura inutili. Ma quanto c’è di vero in questi falsi miti?

Falso mito 1: un’assicurazione sulla vita copre solo in caso di decesso

Non è vero: con un’assicurazione sulla vita è possibile coprire anche il rischio di incapacità al guadagno e ottenere una cosiddetta esenzione dai premi. Scegliendo questa soluzione, ad esempio, è la compagnia assicurativa a farsi carico dei premi in caso di incapacità al guadagno dovuta a malattia.

In generale si distinguono due tipi di assicurazione sulla vita: l’assicurazione vita puro rischio paga esclusivamente se il rischio assicurato – vale a dire il decesso o l’invalidità del contraente – si verifica nel periodo di durata del contratto.

L’assicurazione sulla vita mista combina la copertura finanziaria in caso di decesso e incapacità al guadagno a una quota di risparmio come contributo alla previdenza per la vecchiaia. Con questo tipo di assicurazione vita si può quindi beneficiare dei premi versati anche senza che si verifichi il rischio assicurato.

Falso mito 2: le assicurazioni sulla vita sono poco trasparenti

Una critica spesso rivolta alle assicurazioni sulla vita è la poca trasparenza sull’utilizzo dei premi. Eppure, i costi delle prestazioni assicurate vengono indicati chiaramente. Le compagnie che offrono assicurazioni sulla vita, poi, devono garantire la piena trasparenza in caso di richieste di informazioni da parte degli assicurati, ad esempio riguardo a valore di riscatto, commissioni, previsioni e condizioni assicurative.

Falso mito 3: le assicurazioni sulla vita non sono flessibili

Non è vero. Anzi, nel tempo le varie compagnie hanno adeguato le loro polizze vita alle esigenze della clientela, permettendo anche una configurazione flessibile. La maggior parte delle assicurazioni permette oggi di modificare in tutta semplicità l’ammontare dei premi, la frequenza dei pagamenti e diversi elementi assicurativi.

Falso mito 4: chi stipula un’assicurazione sulla vita è vincolato per sempre

È vero che in generale le assicurazioni sulla vita puntano a stabilire legami di lungo termine con i contraenti. Ma ciò non vuol dire che una polizza vita sia un contratto eterno. Solitamente, infatti, alla scadenza di una durata minima è possibile disdire sia un’assicurazione vita puro rischio che un’assicurazione sulla vita mista. Su questo, comunque, c’è da fare attenzione anche al prossimo punto.

Inoltre: per i risparmi del pilastro 3a in alcuni casi è consentito il prelievo anticipato, ad esempio per chi acquista un immobile a uso proprio, anche se in uno scenario di questo tipo un anticipo dell’assicurazione sulla vita è più interessante di una riscossione del capitale.

Falso mito 5: disdire l’assicurazione vita prima della scadenza costa caro

Questo è vero solo in parte. Generalmente, infatti, un’assicurazione vita puro rischio si può disdire alla scadenza della durata contrattuale minima senza costi aggiuntivi. Le cose cambiano invece per chi ha un’assicurazione sulla vita mista: le eventuali spese da sostenere in caso di risoluzione anticipata di una polizza del genere dipendono molto dalla durata del contratto assicurativo.

Nei primi anni dopo la stipulazione di una polizza si ammortizzano la provvigione di acquisizione per il broker assicurativo e le spese amministrative. Solo dopo questa fase inizia l’accumulo del capitale. Nei primi anni, quindi, il valore di riscatto di una polizza vita mista è pari a zero. Se l’investimento va bene si può disdire la polizza in attivo già dopo 10-15 anni.

In questi casi è una buona idea calcolare (ancor meglio prima di firmare il contratto) quanto costerebbe una disdetta dopo 5, 10 o 20 anni.

Falso mito 6: le assicurazioni sulla vita sono solo per le famiglie

No, anche chi vive da solo trae beneficio da un’assicurazione sulla vita. La copertura dell’incapacità al guadagno, ad esempio, è una scelta sensata anche per i giovani adulti. E sono gli assicurati più giovani a beneficiare anche della garanzia di ampliamento delle prestazioni – possono cioè ampliare la loro polizza in caso di eventi come il matrimonio o la nascita di un figlio, senza bisogno di ulteriori esami o verifiche. Ma un’assicurazione sulla vita è una soluzione adatta anche ai lavoratori autonomi che vogliono coprire il rischio di incapacità al guadagno, dato che spesso non hanno un secondo pilastro.

Ad ogni modo, un’assicurazione sulla vita mista con quota di risparmio conviene indipendentemente dallo stato civile per colmare lacune previdenziali nel primo e nel secondo pilastro. Stipulando una polizza nel pilastro 3a, poi, si possono avere detrazioni fiscali.

Falso mito 7: chi ha un’assicurazione sulla vita deve pagare i premi anche se ha difficoltà economiche

Sì e no. Stipulando un’assicurazione sulla vita ci si impegna a versare a intervalli regolari un premio assicurativo per un lungo periodo di tempo. Questo obbligo a risparmiare può essere un vantaggio per chi magari non ha la costanza necessaria per versare sistematicamente nel terzo pilastro. In un momento di difficoltà economiche, però, i premi dell’assicurazione vita possono diventare un peso. Venuto meno il reddito soggetto all’AVS, poi, non è neanche consentito effettuare versamenti nel pilastro 3a.

Molte compagnie hanno introdotto nel frattempo la possibilità di sospendere temporaneamente il pagamento dei premi. Ma attenzione: generalmente questo tipo di sospensione è possibile solo a partire dal secondo anno assicurativo. Ci sono poi sul mercato grosse differenze nelle coperture assicurative durante questa «pausa» e nella durata massima consentita.

Riepilogando: confrontare conviene

Se vale la pena di stipulare un’assicurazione sulla vita e qual è quella più adatta dipende innanzitutto dalla propria situazione personale. Una cosa è certa: in genere le rendite del primo e del secondo pilastro non sono sufficienti per mantenere il tenore di vita abituale anche dopo il pensionamento. Ecco perché è ancora più importante pensare al futuro investendo nella previdenza privata con il terzo pilastro.

Chi è disposto a fare versamenti periodici per un lungo periodo di tempo o addirittura è felice di essere in un certo senso costretto a risparmiare fa bene a prendere in considerazione un’assicurazione sulla vita mista: una forma previdenziale che allo stesso tempo copre diversi rischi.

Per scegliere la polizza giusta conviene confrontare i prodotti di varie compagnie, facendo attenzione innanzitutto all’entità della copertura (anche durante una sospensione del pagamento dei premi), al valore di riscatto e alla flessibilità. Gli esperti di Optimatis, servizio partner di Comparis, aiutano a trovare la soluzione più adatta alle proprie esigenze.

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