Inflazione, deflazione, stagflazione: domande e risposte
Benzina, caffè, pane: i prezzi continuano ad aumentare. Con la stessa quantità di denaro i consumatori possono acquistare quindi meno beni e servizi. Quando il denaro perde valore, si parla di inflazione. Ma cosa significa esattamente?
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1. Che cos’è l’inflazione?
L’inflazione è l’aumento dei prezzi di beni e servizi. Se i prezzi di offerte equivalenti aumentano, il potere d’acquisto del denaro diminuisce. La svalutazione monetaria inflazionistica può avere diverse cause:
Se la domanda di determinati beni cresce più rapidamente rispetto alla fornitura, l’eccesso di domanda provoca un aumento dei prezzi e, di conseguenza, l’inflazione. In assenza di offerte alternative sul mercato, le aziende possono anche fissare prezzi più alti, generando così profitti più elevati.
Si parla di inflazione generata da pressione dei costi quando, ad esempio, si verifica un aumento dei prezzi sui mercati internazionali delle materie prime. In alcuni casi si ripercuotono velocemente sui consumatori finali (ad es. prezzi di benzina o combustibile). Nel caso dei prodotti alimentari, invece, la traslazione si verifica con un leggero ritardo.
Se una banca centrale (in Svizzera la Banca nazionale svizzera BNS) pompa denaro sul mercato più rapidamente di quanto richiesto dalla crescita dell’economia reale, la massa monetaria disponibile si gonfia, e quindi perde valore. Se l’andamento economico è troppo debole, la BNS può pompare ulteriore denaro sul mercato. Da una parte questo genera l’inflazione, dall’altra stimola la domanda e quindi l’economia nel suo complesso. Il motivo: i consumatori acquistano il più possibile a prezzi più bassi e le aziende acquistano beni di investimento prima che tutto diventi più caro.
Non si parla ancora di inflazione se l’incremento dei prezzi riguarda solo singoli settori oppure se l’IVA aumenta. L’inflazione si misura tramite uno sturmento chiamato paniere, il rappresentativo degli effettivi consumi delle famiglie.
La composizione di questo paniere è però controversa. Ecco perché l’indice nazionale dei prezzi al consumo (IPC) tiene conto dell’andamento degli affitti, attestandosi così attorno al 25,5%. In questo valore non è però compreso il rincaro degli immobili. Nell’indice dei prezzi non sono inclusi nemmeno i premi di cassa malati (una voce significativa nel budget delle economie domestiche) e altri premi delle assicurazioni sociali.
2. Che differenza c’è tra inflazione e deflazione?
Il contrario dell’inflazione è la deflazione. In questo caso il livello dei prezzi diminuisce, mentre il potere d’acquisto aumenta. Durante la deflazione, quindi, se il prezzo di un bene cala, con la stessa quantità di denaro se ne può acquistare di più.
3. Cosa significa stagflazione?
La stagflazione è caratterizzata da un’elevata inflazione e una bassa crescita economica. Tra i fattori che provocano una crescita economica insufficiente ci sono l’elevato tasso di disoccupazione e la sottoutilizzazione delle capacità produttive. Nelle società industrializzate occidentali, l’ultima stagflazione si è verificata negli anni ’70 a causa dello shock petrolifero.
4. Stiamo vivendo un periodo di inflazione?
Un po’ di inflazione lubrifica l’ingranaggio dell’economia. La Banca centrale europea (BCE) si è quindi fissata un obiettivo di inflazione del 2%. La BNS punta ufficialmente a un’inflazione inferiore al 2%.
Ad aprile 2022, l’IPC svizzero era del 2,5% più alto rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. L’inflazione attuale è quindi elevata. A titolo di confronto: nel luglio 2008, durante la crisi finanziaria, l’indice di inflazione svizzero è salito al 3,1%.
Tra i motivi degli elevati tassi di inflazione figurano:
l’interruzione dei rapporti commerciali con la Russia;
la cessazione della fornitura di materie prime dall’Ucraina a causa della guerra;
i problemi nella catena di approvvigionamento a livello mondiale;
e un forte consumo nei paesi industrializzati occidentali (necessità di ripresa accumulata dopo la pandemia di coronavirus).
Attualmente ci troviamo in una fase inflazionistica. Tuttavia, la Banca nazionale svizzera non vede ancora alcun motivo per intervenire sull’attuale aumento dell’indice inflazionistico. Entro la fine del 2022 prevede un rallentamento del tasso d’inflazione che scende a circa l’1%.
5. Cosa succede alla mia ipoteca in caso di inflazione?
Che cosa significa per i cittadini un’inflazione al 2%? Chi conserva i propri risparmi senza interessi per 10 anni perde il 21,9% del proprio potere d’acquisto. Per i risparmiatori, quindi, inflazione equivale a espropriazione.
La situazione si ribalta invece se si ha un credito: in questo caso si approfitta dell’inflazione. Più a lungo si richiede il credito, meglio è. Questo vale soprattutto per le ipoteche a lungo termine. In caso di ammortamento dopo 20 anni, con un’inflazione media del 2% l’ipoteca ha ancora un valore reale del 51,4% del credito originario.
6. L’inflazione è positiva per chi ha un credito?
In linea di principio, tutti i richiedenti di un credito beneficiano dell’inflazione – a condizione che le entrate correnti siano sufficienti per adempiere agli obblighi di interesse e di ammortamento.
Tuttavia, un’inflazione troppo elevata può diventare una trappola per le persone senza riserve finanziarie: se l’inflazione è troppo alta, le banche centrali rallentano la crescita della loro economia nazionale facendo circolare meno denaro.
Questo porta a ristrutturazioni nell’economia reale e quindi a un tasso di disoccupazione temporaneamente più elevato. L’indebitamento associato alla perdita di posti di lavoro può portare rapidamente a un sovraindebitamento.
Articolo pubblicato per la prima volta in data 24.05.2022