Previdenza: i risparmiatori rinunciano volontariamente a una rendita migliore
Un sondaggio di comparis.ch mostra che la metà dei risparmiatori svizzeri con un conto bancario 3a è male informata sul tasso applicato al proprio patrimonio previdenziale. La maggior parte non prende assolutamente in considerazione di cambiare.
08.01.2019
iStock / fizkes
Un sondaggio di Comparis condotto ad aprile 2018 mostra che la metà dei risparmiatori svizzeri con un conto bancario 3a non conosce il tasso applicato al proprio patrimonio previdenziale. E l’interesse a ottenere una rendita maggiore è scarso: per il 71%, infatti, solo un tasso migliore non costituisce un buon motivo per cambiare banca. Addirittura un altro 16% rinuncerebbe in ogni caso a ricevere più denaro.
Quasi due terzi dei lavoratori versano i propri risparmi nel pilastro 3a in vista della vecchiaia. In quanto a conoscenze in materia, però, non siamo messi tanto bene: secondo il nostro sondaggio rappresentativo circa la metà di chi versa nel pilastro 3a tramite una soluzione bancaria stima troppo alto il livello di interessi del proprio conto o non sa affatto quanto frutti. Solo il 48% degli intervistati indica di aver confrontato almeno una volta i tassi d’interesse del pilastro 3a di diverse banche: di questi il 58% sono uomini e il 34% donne.
In questo caso un confronto dei tassi d’interesse, ed eventualmente il passaggio a un’altra banca, converrebbe alla maggior parte dei risparmiatori del pilastro 3a. Le conseguenze a lungo termine in caso di differenze di tasso anche minime sono considerevoli: tra i tassi d’interesse offerti attualmente dalle banche cantonali per i conti 3a il più basso è dello 0,2% (Zuger Kantonalbank) e il più alto è dello 0,75% (Banca dello Stato del Cantone Ticino).
Esempio
Un impiegato che per 35 anni risparmia ogni anno l’importo massimo di 6’768 franchi (dal 2019: 6’826 franchi) concesso ai lavoratori dipendenti, all’età ordinaria di pensionamento AVS raggiunge presso la Zuger Kantonalbank un capitale di 245’604 franchi (dal 2019: 247’709) prima delle trattenute fiscali che saranno applicate al capitale. Versando la stessa somma presso la Banca dello Stato del Cantone Ticino arriverebbe invece a 271’754 franchi (dal 2019: 274’082 franchi). Si tratta di una differenza di ben 26’150 franchi (o meglio 26’373 franchi).
Il 16% rinuncia consapevolmente a una rendita migliore
La volontà di ottimizzare il patrimonio previdenziale del pilastro 3a in realtà ci sarebbe. Ma tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare: l’84% dei detentori di un conto bancario 3a indica di essere disposto a considerare un trasferimento del proprio patrimonio 3a qualora venisse loro offerta una rendita migliore. Tuttavia, a compiere davvero questo passo alla fine sarebbe solo il 13%. Gli altri fanno dipendere la decisione da alcune condizioni. Il 34% metterebbe la realizzazione di una rendita migliore in secondo piano, attribuendo maggiore importanza alla fiducia nell’istituto che offre interessi più alti. Il 22% dichiara che un eventuale trasferimento dipenderebbe dalla differenza degli interessi offerti. Il 15% dichiara di voler prima di tutto chiarire le eventuali commissioni da pagare per il trasferimento del capitale.
Infine, il 16% degli intervistati rinuncerebbe addirittura consapevolmente a una rendita migliore. Per questi ultimi, il fatto di ricevere più soldi non è esplicitamente un motivo valido per trasferire il conto 3a da una banca all’altra. Tra le giustificazioni fornite per questa posizione vi sono la soddisfazione nei confronti dei rapporti con la propria banca (6%) o il desiderio di avere tutti i servizi bancari presso un solo istituto (5%). Viene inoltre menzionato il timore che un cambio sia troppo complicato oppure il fatto di non voler mettere a repentaglio i rapporti con la propria banca a causa di un’ipoteca pendente. Per lo meno un 4% sarebbe comunque disposto, invece di trasferire il proprio conto, ad aprire un conto aggiuntivo presso un’altra banca.
L’81% dei risparmiatori con una soluzione bancaria per il pilastro 3a ha almeno un conto presso la banca principale
I risparmiatori attenti alla previdenza sono anche clienti fedeli alla banca di famiglia. L’81% di chi versa nel pilastro 3a in banca ha almeno un conto 3a presso la propria banca principale. Solo il 23% dichiara di aver già trasferito almeno una volta un conto di previdenza 3a da una banca all’altra. A tale proposito si sono dimostrati leggermente più decisi gli uomini con il 26%. Invece solo il 21% delle donne ha già trasferito il conto 3a in un’altra banca.
Solo con diversi conti 3a e un reddito lordo relativamente alto si allenta la fidelizzazione alla propria banca. Le economie domestiche con un reddito mensile superiore a 8’000 franchi e diversi conti 3a ne lasciano solo al massimo il 39% presso un’unica banca. Le economie domestiche con un reddito mensile inferiore a 4’000 franchi e diversi conti 3a, relativamente poche, lasciano il 50% di tutti i loro conti 3a presso la stessa banca.
Il gruppo con diversi conti bancari 3a è una minoranza: solo il 30% dei clienti bancari ha due conti 3a. Il 9% dei detentori di un conto intervistati ne possiedono tre e il 2% addirittura più di tre. E invece una suddivisione dei risparmi del pilastro 3a converrebbe proprio: con diversi conti si può infatti interrompere la progressione dell’imposta sul ritiro del capitale e quindi risparmiare sulle tasse.
Quasi due terzi degli svizzeri in età lavorativa utilizzano il pilastro 3a
Le rendite della cassa pensioni e dell’AVS coprono solo circa tra il 60 e il 70% del reddito percepito prima del pensionamento. Dato che l’aliquota di conversione per l’avere di vecchiaia va tendenzialmente diminuendo, la quota del primo e del secondo pilastro scenderà ancora. Per questo la previdenza privata del terzo pilastro diventa sempre più importante.
E infatti tra le persone intervistate da comparis.ch il 63% risparmia e versa nel pilastro 3a presso una banca o un’assicurazione. Mentre il 70% degli uomini lavoratori risparmia nel pilastro 3a, tra le donne la percentuale scende al 56%.
Tra i risparmiatori che versano nel 3° pilastro, il 35% possiede solo una soluzione assicurativa, l’8,5% ha organizzato il proprio pilastro 3a combinando polizze assicurative con conti bancari, mentre con oltre il 55% la stragrande maggioranza ha scelto soluzioni puramente bancarie.
Saltano all’occhio le differenze regionali: mentre nella Svizzera tedesca è ben il 65 per cento dei lavoratori a possedere un conto o una polizza 3a, nella Svizzera romanda la quota è ancora del 60 per cento e nella Svizzera italiana addirittura solo il 47 per cento versa nella previdenza vincolata.
Articolo pubblicato per la prima volta in data 18.12.2018